La storia del calcio brasiliano è ricca di campioni e di trionfi. Ronaldo, Romario, Garrincha, Pelè, Ronaldinho e Neymar, questi sono i tanti nomi che hanno vestito la divisa della Selecao. I trofei sono numerosi, dal record di cinque mondiali alle nove Coppa America. Oltre alla formazione maschile, anche quella femminile sta macinando trionfi e consensi. La giocatrice simbolo delle verdeoro oltre a Marta è Miraildes Maciel Mota, meglio nota come Formiga. In occasione della festa della donna, noi di Footlook abbiamo voluto dare il giusto tributo ad una delle più grandi icone del calcio carioca.
Classe 1978, di nativa di Salvador, è riconosciuta da molti come una delle giocatrici più forti di tutti i tempi. La più grande testimonianza del suo talento sta nel numero di mondiali disputati, ben sette. Gioca nelle verdeoro dal 1995, disputando la bellezza di 189 partite e 26 gol fatti.
Il simbolo del Brasile
Dal Luglio 2021, Formiga è la prima brasiliana a partecipare a sette edizioni delle Olimpiadi. Da quando il calcio femminile è stato inserito tra le discipline a cinque cerchi, ad Atlanta 1996, la centrocampista è riuscita nell’impresa di non saltare mai la competizione iridata, diventando la giocatrice più ‘esperta’ di sempre a partecipare. Ma non è l’unico grande record della calciatrice del San Paolo, dato che con le sue sette partecipazioni al Mondiale è l’unica calciatrice, di entrambi i sessi, a riuscirci.
Formiga è stata una delle prime vere icone del calcio femminile brasiliano, siccome la competizione fino al 1981 lo sport era riservato solo al sesso maschile, fino al punto di vietarlo alle donne. Cona Marta è diventata ambasciatrice delle carioca nel mondo, vestendo maglie estere prestigiose come quella del Psg.
La critica di Formiga
Recentemente si è espressa sul ricambio generazionale della nazionale verdeoro, muovendo una critica alla federazione brasiliana: “Non c’è un lavoro adeguato ad assicurarci una strada e guardare alle nuove generazioni qui in Brasile, semplicemente non c’è. Lo vediamo accadere all’estero, mentre qui dobbiamo ancora affrontare le stesse sfide del passato. È difficile. Non voglio essere ricordata come la giocatrice che ha giocato per così tanti anni, che ha partecipato più volte ai Giochi Olimpici e Mondiali, ma come una che ha lottato per migliorare il calcio femminile nel mio Paese”.
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