La favola del Panaderìa Pulido, dai fornelli alla sfida contro la Real Sociedad

Situata a Vega di San Mateo, piccolo paese delle canarie, la CF Panaderìa Pulido, è l’ennesima piccola realtà messa in risalto dalle coppe nazionali estere. Ma che tipo di particolarità ha questa società? L’essere la squadra di calcio di un… panificio.

Fondato nel 1923 dai signori Pachito e Lolita per poter sfamare un paese che viveva in condizioni economiche critiche, attualmente conta numerose sedi, mentre dal 1993 la decisione di scendere in campo con una squadra da calcio. Il proprietario dell’epoca, Paco Pulido, voleva dare ai ragazzi la possibilità di allontanarsi dalla strada praticando uno sport di squadra.

La sfida con i giganti de la Liga

La Panaderìa Pulido è salita ultimamente agli onori di cronaca per aver affrontato la Real Sociedad, nel primo turno di Copa del Rey. Una dinamica non nuova nelle coppe nazionali estere, con le squadre dilettantistiche che possono affrontare le formazioni della prima divisione. Una gara terminata per quattro a zero in favore dei baschi, attualmente terzi in classifica ne La Liga.

La gara è stata disputata al Gran Canaria, stadio del Las Palmas. Il motivo è che né l’illuminazione, né la capienza (600 persone), e neanche la quantità di angoli in cui disporre le telecamere (minimo otto richiesti) soddisfano i requisiti per disputare una gara di coppa nazionale. Un occasione indimenticabile per dei calciatori dilettanti che nella vita praticano un altro mestiere.

La bandiera della Panaderìa Pulido

Il simbolo del club è il capitan Rubèn Silva, trentuno anni – ingegnere con “licenza” di difendere -, è la persona che ha più a cuore questo club, avendoci giocando per venticinque anni. Recentemente, si è raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com:

“Sai cosa mi dicono qui? Che ho più vita delle porte dello stadio, perché quando sono arrivato neanche c’erano”, dichiara Silva. Una storia vera: siccome il club inizialmente disponeva di un campo senza luci, i giocatori dovevano parcheggiare le macchine di fronte al campo, con i fari accesi, per far sì che il pallone si vedesse dopo il calar del sole.

Dei momenti che Silva descrive con orgoglio: “Fino ai miei 13 anni, abbiamo giocato sempre su quel campo lì. Non avevamo nulla, né tribune, né tantomeno strutture di alcun tipo. Da lì in poi si iniziò a mettere l’erba sintetica e, a poco a poco, le gradinate, gli spogliatoi… E mentre io crescevo, la società creava nuove categorie perché quelli della mia età potessero continuare a giocare – dichiara Silva –. Possiamo dire che io e il club siamo cresciuti insieme”.

Una vita dedicata completamente ad una causa, ma non solo. Visto che Silva si occupa pure di allenare i bambini di Vega San Mateo, per fare in modo che il club abbia un settore giovanile sempre più numeroso. Una mansione, questa, che il difensore vuole mantenere anche una volta appesi gli scarpini al chiodo.

Proprio Silva è l’unico giocatore che risiede a Vega, con il resto della squadra proveniente dai comuni vicini o a Las Palmas. Un legame con la città dato anche dalla presenza in panchina dello spagnolo-venezuelano Juan Carlos Socorro, icona negli anni novanta all’UD Las Palmas. Proprio per la sua presenza, il club gialloblu ha “prestato” alla Panaderìa Pulido il proprio stadio per la partita di coppa, oltre che numerosi giocatori in prestito.

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